Chi sono

Chi sono

Viaggiatore per Indole, Narratore per Passione

Mi chiamo Luigi Palumbo, e se dovessi descrivermi con una sola immagine, sarebbe quella di un uomo con la valigia sempre pronta.
Il viaggio, per me, non è mai stato un semplice spostamento geografico. È
un atto di amore per l’ignoto, un modo per assaporare il mondo attraverso i suoi contrasti: il caos di un mercato asiatico e il silenzio di un tramonto salentino, l’odore speziato delle stradine di Istanbul e il profumo salmastro che avvolge le scogliere di Santa Maria di Leuca.

Per anni ho scritto con la passione di un cronista e la curiosità di un osservatore, affrontando temi di economia e politica internazionale. Eppure, tra grafici e analisi, sentivo che mancava qualcosa: la pelle delle storie, il calore umano che trasforma un fatto in un’esperienza.
Poi,
il Salento è entrato in scena.
Non l’ho scoperto: l’ho
riscoperto. Quella terra che credevo di conoscere – dove sono nato, dove l’estate sa di basilico fresco e resina di pino – mi ha sussurrato all’orecchio una verità: per raccontare il mondo, dovevo prima imparare a raccontare casa mia.

Immaginate un luogo dove il tempo si misura con il lento oscillare di un’amaca, dove le masserie secolari custodiscono segreti di famiglia tra le pietre dorate, dove il “mare incontra la terra” in un abbraccio di scogli e spiagge bianche.
Qui, tra i vicoli
Seclì, illuminati dalla luna e le notti estive animate dal ritmo della pizzica, ho capito che scrivere di viaggi non è descrivere luoghi, ma tradurre emozioni. Ho imparato a vedere con gli occhi di chi arriva per la prima volta, pur sentendo nel cuore la nostalgia di chi ci è sempre appartenuto.

Oggi, mentre vi porto con me tra le botteghe di Lecce, dove l’arte barocca danza sulla pietra leccese, o vi svelo l’angolo segreto dove gustare il miglior pasticciotto, realizzo una cosa: il viaggio più autentico è un cerchio che si chiude.
Partiamo per evadere, ma spesso è tornando a casa che troviamo la storia più bella da raccontare.
E se le mie parole riescono a farvi sentire
il vento caldo del sud tra i capelli, il sapore di un pomodoro appena colto, o la luce dorata che tinge le campagne al tramonto, allora avrò fatto il mio dovere.

Perché il mondo è pieno di mete, ma solo alcune diventano anime. E la mia, senza dubbio, ha il sapore del Salento.